ROOTS

I was born by the waterfall
Each drop is very nothing but unity can create the power and harmony

THE JOURNEY

My waterfall wasn’t enough for me. I just had to leave, I had to discover . New .. how scary and how much precious is it !

Drugi prte za sobom teške kovčege i sanduke
ali moja je prtljaga lakša od
paunova perca i sunčane zrake
 
Jer nemam ni zlata ni srebra
ni pokućstva ni posuđa
ni rublja u pletenim košarama
ili izrezanim škrinjama
 
Ali moj je Bol
taj mjehur od sapunice
tako gust i težak
da nema tezulje na kojoj bih ga mogao vagati
 
Ali moj je Očaj
tako masivan da bi mogao potopiti i najčvršću lađu
pa opet valja putovati
 

 
– VIAGGIO – Tin Ujevic
 
Altri trascinano dietro di sé valige pesanti e bauli; ma i miei bagagli sono più leggeri d’una penna di pavone e d’un raggio di sole.

Io non ho né oro né argento, né mobilio né stoviglie né biancheria nelle ceste di vimini o negli scrigni intagliati.

Ma il mio Dolore, questa bolla di sapone, è così denso e pesante che non c’è bilancia su cui io possa soppesarlo.

La mia Disperazione è così massiccia da poter sommergere la nave più solida; eppure bisogna ripartire.


 

– JOURNEY – Tin Ujevic


Others drag heavy suitcases and trunks behind themselves; b
ut my luggage are lighter than a peacock pen and a ray of sunshine.

I have neither gold nor silver, neither furniture nor dishes or linen in the wicker baskets or in carved caskets.

But my pain, this soap bubble, is so dense and heavy that there is no balance on which I can weigh it.

My despair is so massive that it can submerge the most solid ship; Yet you have to restart and travel again.

(«Savremenik», 1919; VERGINI SAGGE E FOLLI , 1957)

SILENCE

Suddanly I just collapsed To much pain for me to see , for my soul to speak

Io mi domando spesso: chi sono io
questo straniero,
e temo.
Mi sento così buio,
estraneo
e cieco.

Nell’ombra dell’anima gioca una rete di colori.
Sono giunto da un bivio
o dalla tundra, dalle steppe?
Presagisco forse, quando il petto oscilla,
qualcosa di terribilmente bello;
ma non posso dire
chi sono, come e perché,
né da dove,
però mi meraviglio.

Come passerò sulla luna,
poi dalla luna al sole,
poi alle stelle più lontane?
Io sono quel ponte,
ma pure la notte più fonda
su di me,
mistero.

Posso conoscere teoremi,
però mai risolverò
i problemi di me stesso.
Dal mondo qualcosa mi scinde,
eppure, sono forza cieca,
strana e unica;
questo segreto punto interrogativo,
ma fonte delle delizie più profonde,
pudico di silenzio.

Io non scoppierò
come una bolla multicolore;
ma temo d’essere la freccia
che la corda scoccherà
per farla volare nello spazio.

Quel segno ardente.

(«Pregled», 1935; PIETRA ASSETTATA SUL POZZO,
1954)

LOOK BACK TO SEE FORWARD

My ancestors were calling me.
The waterfall is powerfull again, more clearer than ever.

MY VOICE , MY SOUL

My soul is speaking again, I know how to listen

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